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Ma cosa sta cambiando esattamente con il Digital Omnibus?

Scopri come il Digital Omnibus e il Digital Omnibus on AI stanno ridisegnando il diritto digitale europeo, semplificando la compliance e accelerando l’innovazione, con uno sguardo concreto su opportunità e roadmap per aziende e professionisti.

Il 19 novembre 2025 segna un passaggio decisivo nella storia del diritto digitale europeo. In questa data viene presentato il primo Digital Omnibus, una revisione coordinata di più normative che non si limita a correggere il passato, ma allinea il diritto a un mondo in cui AI, automazione e big data diventano infrastrutture quotidiane del lavoro e dell’economia. Non è un semplice aggiornamento legislativo: è un cambio di ritmo, un vero turning point nel modo in cui l’Europa concepisce il digitale.
L’Europa, a lungo percepita come la roccaforte della regolazione rigida, sceglie ora un modello più agile e flessibile, capace di sostenere lo sviluppo tecnologico senza rinunciare alla tutela dei diritti fondamentali. È un cambio di paradigma: da un approccio iper-regolamentatore a un ecosistema normativo dinamico, in cui la legge non frena l’innovazione — la incornicia e la accompagna.

L’AI Act è davvero la nuova architettura del futuro digitale europeo?

La sezione dedicata all’intelligenza artificiale è la più trasformativa. L’AI Act, spesso considerato complesso e severo, adotta una strategia temporale più intelligente: gli obblighi vengono introdotti gradualmente, consentendo alle imprese di adeguarsi con ragionevolezza e continuità operativa. I sistemi esistenti, già integrati nei processi aziendali, potranno continuare a funzionare mentre vengono aggiornati. Questo permette ai team legali e di compliance di sviluppare metodologie solide e non reattive, basate su controlli ponderati e governance integrata.

In questo quadro emergono strumenti che incarnano con precisione la nuova direzione del legal-tech europeo. Piattaforme come LexHero offrono funzionalità avanzate di monitoraggio, audit e verifica della conformità, progettate per l’AI generativa e per i flussi legali automatizzati. Non sostituiscono il giurista: ne amplificano le capacità, offrendo verifiche delle fonti, tracciabilità delle citazioni e un rispetto rigoroso dei principi europei su privacy, responsabilità e gestione dei dati. È il segno di un ecosistema digitale che cresce non solo in potenza tecnologica, ma in maturità giuridica.


LexHero: il ponte tra norma e automazione

Oggi LexHero rappresenta un vero ponte tra compliance e innovazione: una piattaforma che non automatizza acriticamente, ma accompagna professionisti e aziende in un percorso di adozione dell’AI consapevole e documentata. Qui la tecnologia incontra la responsabilità, trasformando la gestione documentale da adempimento necessario a fattore competitivo. LexHero non è solo un software, ma un sistema di document governance evoluto: genera, revisiona e monitora atti e contratti con versioning intelligente, audit log verificabili e citazioni giuridiche tracciabili. Il modello AI è trasparente e GDPR-by-design, garantendo risultati controllabili e affidabili. Il vero valore sta nella liberazione del capitale umano: meno operatività ripetitiva e più analisi strategica. LexHero non sostituisce il professionista — lo potenzia, rendendolo protagonista del nuovo ecosistema digitale europeo.

Laboratori del futuro: dove la sperimentazione diventa metodo

Un altro pilastro strategico è l’espansione dei sandbox regolatori: ambienti di test controllati in cui aziende, enti pubblici, startup e istituzioni possono sperimentare l’AI in condizioni quasi reali, ma sotto supervisione giuridica. È un meccanismo di apprendimento reciproco: l’impresa innova senza esporsi a rischi sanzionatori immediati, mentre il regolatore osserva, comprende e affina la propria interpretazione normativa. Non è più il diritto che arriva dopo la tecnologia: è un diritto che cresce insieme alla tecnologia.

Chi guiderà il nuovo ecosistema digitale?

Per avvocati, DPO, general counsel, imprenditori e policymaker, il segnale è evidente: l’Europa non si limita a revisionare le regole — sta plasmando il nuovo spazio competitivo in cui si muoveranno professioni e mercati. La compliance non è più una barriera difensiva, ma uno strumento proattivo per creare valore, consolidare fiducia e differenziare il proprio ruolo nel panorama digitale. Le organizzazioni più lungimiranti non si limiteranno ad essere “conformi”, ma costruiranno sistemi di AI verificabili, trasparenti e coerenti con l’etica giuridica europea, generando un vantaggio reputazionale e operativo. La domanda, a questo punto, non è più chi si adeguerà — ma chi avrà il coraggio di guidare la direzione del cambiamento.